Forse ne hai già sentito parlare della filosofia del “decluttering”, o forse ti suona come una parola nuova. Ad ogni modo trovo che sia importante al giorno d’oggi parlare di decluttering, come un mezzo per trovare la serenità dentro e fuori casa.
Sei curioso di sapere come? Allora continua a leggere il mio articolo che tratta l’argomento, suggerendo alcuni spunti utili e concreti, da poter mettere in pratica da subito, legati anche a realtà del nostro territorio.
Ormai viviamo accumulando oggetti. Per alcuni di noi è diventata un’abitudine: essere costantemente alla ricerca dell’ultimo modello di cellulare, della scarpa nuova, dell’articolo tecnologico appena proposto sul mercato. Non ci rendiamo conto che accumulare oggetti significa in realtà riempire gli spazi della nostra casa e, in fondo, anche quelli della nostra vita.
Liberare spazio, abituarci a vivere con meno, individuare cosa è veramente indispensabile, diventa invece una scelta efficace per l’ecologia non solo del nostro Pianeta, ma anche della nostra mente.
Ci sono alcune parole inglesi a cui non è possibile corrispondere un termine preciso in italiano. Una di queste è “decluttering”. In pratica possiamo tradurre il termine “clutter”, che significa disordine e concludere che decluttering si potrebbe definire con “eliminare il disordine”.
Da qui parte il concetto di base della filosofia che ruota attorno a questa parola: “fare ordine”. Ma l’ordine a cui si fa riferimento non è semplicemente quello all’interno della casa, degli armadi o nella scrivania dell’ufficio. Il decluttering, se praticato in modo metodico, diventa un vero e proprio stile di vita. In pratica il riordino di cui si parla è forse più mentale che pratico. Va fatto una volta per tutte, per poi diventare una scelta per vivere in modo più “ecologico”, con meno e meglio.
Tutti possediamo cose che spesso dimentichiamo di avere. Rimangono nel fondo di un cassetto o in un angolo dell’armadio. Il processo di cambiamento che richiede il “decluttering” implica un cambio di rotta radicale. Ed è possibile attuarlo in ogni momento: basta prendere coscienza di quanto questo cambiamento ci può fare bene. Capire cosa ci serve veramente, conservare solo l’essenziale e scegliere un modo di vivere più minimale: tutto questo è “decluttering”. Dobbiamo renderci conto che spesso tutte le cose che conserviamo o che acquistiamo in fondo ci servono per nasconderci o per consolarci dai dispiaceri. Per questo dobbiamo prendere in mano la nostra vita con determinazione e consapevolezza e intraprendere un cambio di rotta. Le nostre scelte ci possono condurre verso una vita più semplice ma più ricca di relazioni, di emozioni e di conoscenze. Togliere il superfluo permette di trovare spazio nel nostro animo e nella nostra mente. Impariamo a riempire questi spazi non di cose, ma di persone, di passioni e di tutto ciò che serve davvero ad arricchirci.
In realtà se ci pensiamo bene il decluttering è un processo che può aiutare non solo noi stessi ma anche l’ambiente e il sociale. Oggi più che mai le terribili situazioni innescate dalla Pandemia e dalla Guerra ci costringono a volgere lo sguardo verso le persone in difficoltà. Ecco che allora ci viene offerta una meravigliosa opportunità: donare quello che abbiamo, ma che non utilizziamo più, a chi in questo momento ha necessità di tutto. Ognuno di noi in casa può selezionare una serie di vestiti o accessori (borse, scarpe, bigiotteria) quasi nuovi, ma che non usiamo perchè semplicemente sono passati di moda o non ci vanno più bene.
Lo stesso potremmo dire anche per i libri che non ci servono più oppure riviste o collane di enciclopedie che abbiamo infilato in un angolo della soffitta. In questo caso le piccole biblioteche scolastiche sono sempre disponibili ad accogliere nuovi volumi. Oppure semplicemente si può pensare alle numerose Biblioteche condivise della zona (puoi leggere il nostro articolo sulla “Biblioteca condivisa”).
Ecco che per merito del decluttering possiamo davvero fare qualcosa di concreto per il sociale e anche per l’ambiente. Prestare maggiore attenzione a quello che acquistiamo, a come arrediamo o puliamo la casa, e perchè no, anche a cosa mettiamo sulle nostre tavole, ci consente di coltivare un atteggiamento più sensibile e consapevole all’ambiente.
Nel nostro territorio esistono numerose realtà che si attivano per la raccolta e la distribuzione alle famiglie in difficoltà presenti sul territorio o anche per destinazioni particolari. Vi propongo, come esempio, un progetto solidale che esiste ormai da alcuni anni a Portogruaro. Si chiama l’Intreccio (https://www.facebook.com/Intreccioportogruaro/): un emporio solidale dove si possono trovare abbigliamento di qualità, giochi, libri, bigiotteria, e utensili vari. Qui moltissimi oggetti non più nuovi, ma in ottimo stato, trovano una nuova vita in un’ottica ecologica ed etica. Non si tratta di un negozio, le persone quando vogliono prendere qualcosa, lasciano solo un contributo. Lo potete trovare in Via Venanzio, 2/B. E’ aperto il lunedì e il sabato pomeriggio dalle 16.00 alle 19.00 e il giovedì e venerdì mattina dalle 9.00 alle 12.00.
Ci sono diversi studi che hanno dimostrato quanto il disordine in casa influisca negativamente sulla qualità di vita al suo interno. Gli effetti si possono notare nella difficoltà di dormire, o di concentrarsi o addirittura su cattive abitudini alimentari.
A mio avviso, il decluttering in casa, si esprime non solo nell’ordine domestico quotidiano, ma anche, anzi prima ancora, nel momento dell’arredo, dell’organizzazione degli spazi o di una ristrutturazione. La teoria del “Less is more”, ossia meno è meglio l’abbiamo già sviluppata nel nostro Blog. (Per approfondire l’argomento puoi leggere l’articolo di Diego: “3 consigli utili per ristrutturare casa”).
Allo stesso modo, anche nel lavoro il disordine procura inconsciamente più stress e di conseguenza meno efficienza e minore velocità operativa. Esistono numerosi studi scientifici che hanno analizzato questo aspetto e sono arrivati alla medesima conclusione. Uno spazio ordinato (che non significa freddo, vuoto e distaccato, ma pulito e fornito del necessario) genera libertà operativa e creatività.
Testo realizzato in collaborazione con Anna Bonvicini