venerdì 27 agosto 2021

"Filosofia della casa"

“Ma prima o poi dovremmo rientrare a casa, perchè è sempre e solo, grazie e dentro una casa che abitiamo questo pianeta.”

di Giulia Urban

«Una teoria della casa è il presupposto e il compimento della teoria morale: l'insieme disparato dei saperi e dei racconti che ci permettono di capire come essere felici assieme agli altri, qui e adesso.».

In questo articolo parleremo del libro “Filosofia della casa” di Emanuele Coccia che ho avuto modo di leggere durante le vacanze estive. Già nei miei studi classici ho avuto modo di apprezzare la filosofia. Ma senza dubbio è la prima volta che leggo un testo che abbina la filosofia alla casa. Proprio questo accostamento mi ha incuriosita da subito.

Le argomentazioni sul tema “casa” sono talmente originali e profonde che solo un filosofo sarebbe stato in grado di produrre. Casa significa felicità, ma anche relazioni, persone, cose, ambienti, ecc. Tutti questi elementi ed altri ancora vengono presi in esame uno alla volta. Il risultato finale che ne deriva è una visione della casa molto più elevata e raffinata rispetto a quella a cui siamo tutti abituati a pensare.

L’autore

Emanuele Coccia è l’autore del libro “Filosofia della casa”. Si tratta di uno tra gli intellettuali contemporanei più originali. Prima di essere scrittore è professore presso l’École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Nel libro emerge molto della sua vita personale. Una tra le cose che sicuramente mi ha incuriosito di più è il numero spropositato di traslochi che l’autore ammette di aver compiuto nella sua vita. Ben 30 in 45 anni di vita. E proprio al trasloco viene dedicato un intero capitolo del libro, dal quale affiora il significato del concetto “casa”.

La casa

Prima di leggere questo libro, la mia definizione di casa probabilmente sarebbe stata quella del rifugio, del luogo dove ognuno può trovare riparo, ristoro, calore, conforto. Con Emanuele Coccia ho riscoperto la casa come qualcosa di più, come l’essenza più profonda dell’io, come lo strumento per il raggiungimento della felicità

Se ci pensiamo bene la casa è l’ambiente dove l’essere umano cresce e si forma, da bambino diventa uomo e definisce il proprio io. Proprio tra le pareti domestiche si delinea l’essere umano, tramite le relazioni familiari e l’ambiente che lo circonda. 

Coccia definisce casa la realtà morale per eccellenzache ci permette di essere al mondo meglio di quanto la nostra natura ce lo permetta”. La casa come la intendiamo e la sentiamo ciascuno di noi, non si può infatti limitare ad architettura o design. Quando pensiamo alla casa la nostra mente non si ferma a immaginare le mura o gli arredi. La casa diventa tale solo grazie alla presenza delle persone. Secondo lo scrittore la casa è l’insieme di più elementi: saperi, profumi, racconti, ricordi che ci permettono di raggiungere la felicità assieme agli altri. L’impressione è che l’autore voglia proprio affidare alla casa l’ambìto ruolo di tramite unico e indispensabile per conquistare la felicità. E questo mezzo che abbiamo a disposizione per raggiungere la soddisfazione nella vita non deve per forza essere sempre lo stesso, può cambiare. Ogni volta, però, al suo interno, saremo alla ricerca del nostro benessere. In poche parole una casa è “un primo e mai definitivo abbozzo di sovrapposizione tra la nostra beatitudine e il mondo”.

“Fare casa”

L’autore prende in esame tutti gli ambienti e le cose che definiscono una casa: le camere, i bagni, la cucina, gli armadi, i vestiti, il giardino, ecc. Non manca proprio nulla. Ma in ogni capitolo si ritorna al concetto che una casa non è tale senza la presenza fisica e morale delle persone. Secondo Coccia se prendiamo solo la forma della casa, (tetto, pareti, pavimento), “questa è per definizione l’inabitabile”.

Siamo noi a “fare casa” a dare vita alle cose e trasferiamo alle coseuna parte della nostra personalità”. Un’altra definizione di casa che troviamo nel libro, è “lo spazio in cui tutti gli oggetti esistono come soggetti”. In pratica è la nostra presenza che permette alle mura domestiche di diventare casa.

La nuova casa

In conclusione, Emanuele Coccia definisce anche come dovrebbe essere la casa del futuro. Secondo il filosofo dovremmo pensare di cambiare casa più spesso, addirittura arrivando a “scambiarci le case come ci scambiamo i vestiti”. A suo parere questo ci aiuterebbe a liberarci “dall’idea che una casa debba rispecchiare una volta per tutte la nostra natura”. “La casa del futuro dovrebbe somigliare a una sorta di espansione e radicalizzazione della logica incarnata in Airbnb. Dovremmo cambiare casa a ogni stagione, proprio come abbiamo bisogno di farlo con i nostri vestiti.”

Alla casa del futuro viene richiesto di tenere conto ovviamente anche del pianeta. Noi siamo parte di questo mondo e il nostro compito è quello di custodirlo e farne parte nel modo migliore. “Abitare il mondo significa trasformare la sua struttura, diventare noi stessi la struttura del pianeta”. Negli ultimi decenni la Terra ha subito diverse trasformazioni: climatiche, biologiche, geologiche e tecnologiche. Ma il legame che abbiamo noi tutti con lei è ancora molto forte. Dipendiamo dal nostro pianeta e lui dipende da noi. Coccia sostiene che oggi il nostro compito è quello di trasformare questo nostro pianeta in un giardino. “Dobbiamo cercare di immaginare case capaci di trasformarsi rapidamente come rapidamente può cambiare il clima o il tempo.” 

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