Sono appassionato di design e architettura. Nei precedenti articoli ho condiviso il punto di vista di alcuni architetti internazionali, che per me sono diventati un riferimento. Ma tra le icone dell’architettura e del design rientrano sicuramente anche diversi artisti italiani. Un posto di riguardo a mio parere deve essere riservato a Gio Ponti (1891-1979) architetto, designer, ma anche professore, artista, pittore, giornalista ed editore. Grazie a lui lo stile italiano ha riscoperto una nuova espressione, ed è stato esportato in tutto il mondo. Ecco come deve essere la casa secondo il pensiero di Gio Ponti.
“Inseguo il sogno di una casa vivente, versatile, silente, che s’adatti continuamente alla versatilità della nostra vita…” Sono queste le parole che ci lascia Gio Ponti. Il suo desiderio era quello di creare case fatte per essere vissute. Gli ambienti devono essere veri, pratici e rispecchiare nel modo migliore la vita di chi ci abita. Per Gio Ponti la casa non è un edificio da esibire o contemplare, ma uno spazio da vivere quotidianamente.
Per prima cosa la funzionalità è un aspetto a cui non dobbiamo mai rinunciare. Pareti e arredi devono essere pensati per svolgere le funzioni che vogliamo per la nostra casa. Il design e l’arredamento devono servire nei vari momenti della giornata “alla conversazione, alla lettura, al riposo, al lavoro”.
L’abitazione deve inoltre essere versatile e adattarsi alla vita che è in continuo movimento. Deve contenere i nostri ricordi, le nostre speranze ed essere vissuta – come dice Ponti – “nella fortuna e anche nelle malinconie”. Oggi più che mai, reduci di questa epidemia, sono certo che abbiamo toccato con mano il significato di queste parole. La casa deve essere il nostro luogo di “conforto” sia nei momenti belli come soprattutto in quelli meno felici.
Secondo Gio Ponti ogni abitazione, anche quella più piccola, dovrebbe avere uno spazio esterno. Dalla rivista Domus, possiamo ricavare alcuni tratti del suo pensiero, per definire quella che viene chiamata “la casa all’italiana”. Per Ponti si tratta del “Luogo scelto da noi per godere in vita …. le bellezze che le nostre terre e i nostri cieli ci regalano.” Nella casa all’italiana esterno e interno sono quasi un tutt’uno. Grazie a terrazze, balconi, porticati, verande, pergole e logge lo spazio scoperto entra a far parte di quello coperto. In una casa all’italiana questi elementi non possono e non devono mancare. Sono tipici proprio delle nostre abitazioni e possiamo definirli come gli ingredienti indispensabili per dare respiro e vita alle abitazioni. Permettono a chi ci vive di godere della natura, della sua pace e della bellezza, che muta e si rinnova con il passare delle stagioni.
Gio Ponti sosteneva che “popolare” non significa dozzinale e “semplice” non significa spoglio. Ponti è convinto che la casa italiana non deve avere “complicazioni dentro e fuori”. Spesso gli elementi più semplici sono quelli che risultano più leggeri, più funzionali e meglio vivibili. Scegliere la semplicità ha sempre il suo vantaggio.
Nelle abitazioni di Gio Ponti tutto scorre liberamente. Il passaggio da una stanza all’altra deve essere fluido e dinamico. Ecco perchè l’open space, secondo Ponti, è spesso la soluzione migliore.
Il tema della semplicità si può collegare con il concetto di “Less is more” (meno è meglio) che ho trattato in un articolo precedente. Se vuoi approfondire i 3 suggerimenti per arredare o ristrutturare casa, clicca qui.
Gio Ponti nei suoi scritti ci lascia dei messaggi forti e profondi, che oggi risuonano ancora molto attuali. Uno dei suoi mantra era “approfittare delle difficoltà”. Secondo Gio Ponti, proprio i momenti complessi sono adatti per riflettere e ritrovare un nuovo equilibrio. Riscoprire con nuovi occhi gli elementi cardine della nostra vita.
Mi piace molto questo concetto: vedere nelle difficoltà un’occasione di riscatto, di rinascita. Lasciamoci allora ispirare dalla sua visione della vita, della società e della casa. Non facciamoci travolgere dai momenti complessi che la vita ci riserva. Cogliamo invece da questi l’occasione per riorganizzare le nostre giornate, le nostre case e di conseguenza le nostre vite.
Se vuoi approfondire il tema dell’abitare leggi anche l’articolo “Il saper abitare secondo “Le Corbusier”.
Testo realizzato in collaborazione con Anna Bonvicini.