Oggi lo Stato ci invita tutti a “stare a casa”, a non muoverci, a uscire di casa solo per esigenze di assoluta necessità. Tutto il tempo che abbiamo a disposizione ruota attorno alla nostra casa. Ma cosa rappresenta la CASA?
E’ davvero interessante alle volte andare a scoprire la derivazione delle parole. L’etimologia della parola “casa” riporta al latino “cà-sa” che letteralmente significa capanna, o semplicemente luogo coperto. La casa a cui si riferisce la lingua latina ad essere sinceri non è niente di che, anzi sta ad indicare un’abitazione modesta. Ma sta proprio qui il bello del termine. Il significato vero della parola vuole indicare non tanto l’edificio in sé, quanto il contesto intimo, relazionale e sentimentale che esso rappresenta. Secondo gli etimologi è stato scelto questo termine che indica l’abitazione più povera forse perchè meglio rappresenta l’idea di un ambiente vivo, vissuto, reale, che cambia in base alle necessità e agli avvenimenti. La casa ci rappresenta e rappresenta il nostro benessere. E il nostro benessere è molto importante per ciascuno di noi, ma lo è anche per la società in cui viviamo.
Direi moltissimo! In questo particolare periodo direi ancora di più. Non so se tutti voi lo sanno ma Eurostat e anche Istat, già da diversi anni, studiano i numeri legati alla casa e, in particolare, al benessere e alla qualità dell’abitazione. Avere un’abitazione dignitosa in un contesto sicuro e sano è considerato un diritto umano. E molti paesi europei, ma anche il resto del mondo, guardano con attenzione questi indicatori. Una migliore qualità dell’abitazione rappresenta una migliore qualità di vita, di conseguenza uno stato sociale ed economico più fruttuoso e prosperoso.
Ed ecco, ad esempio, che dalle statistiche Eurostat emerge un tasso, quello di sovraffollamento che per l’Italia raggiunge il 27,1%. Con questo dato si vuole valutare la quantità di spazio sufficiente all’interno dell’abitazione, in base al numero e all’età dei componenti che ci abitano. Altro dato che poi viene analizzato è il tasso di disagio abitativo grave (che valuta la presenza contemporanea di un’abitazione sovraffollata e almeno un problema di disagio abitativo, come ad esempio: infiltrazioni dal tetto, un ambiente eccessivamente buio, ecc.). Nell’Unione Europea nel 2017 il 4% circa della popolazione si trovava in uno stato di disagio grave.
Ancora l’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico da un po’ di tempo ha preso in esame un indicatore: l’indice di Benessere interno lordo che si affianca al PIL nel misurare il benessere di un Paese.
Il benessere dell’individuo va di pari passo, quindi, con il Benessere politico, economico e sociale del paese. Volendo riassumere questo processo in modo semplice, possiamo dire che tutto parte da noi, tutto parte dalla nostra casa. In questo periodo di isolamento, dove ciascuno di noi ha la possibilità di rallentare il tempo, possiamo trarre il massimo da questa opportunità. Partiamo dalle cose semplici, partiamo dalla nostra casa. Nella nostra intimità domestica riscopriamo il piacere di rendere migliore l’ambiente che ci circonda. Possiamo rendere migliore la qualità di vita nella nostra casa ad esempio con piccole attività di riordino, di pulizia o di dipintura. Oppure possiamo approfittare di questo momento per dedicarci alla programmazione delle attività che potremmo fare nei prossimi mesi. Ecco alcune idee di progetti che potremmo intraprendere per innalzare il benessere della nostra casa:
In questo particolare momento di distacco dalla quotidianità abbiamo il tempo per poter progettare una casa migliore.
Inizia da qui uno spazio senza fine dove la nostra creatività può trovare sfogo. Possiamo programmare dei cambiamenti, con la serenità di poterli progettare con calma. Ma possiamo immaginare anche di dedicarci a una nuova passione, o ad una da tempo abbandonata, leggere di più, prenderci cura di noi stessi, ascoltare musica di ogni genere, ecc. A tal proposito, concludo con una Poesia scritta intorno al 1939.
Rinascita
All’improvviso un giorno, mentre vai
e quasi ti addolori del passato
e temi anche il futuro
ecco senti due braccia
leggere che ti cingono la fronte
e parole e sorrisi odi improvvisi
che non udisti mai così soavi:
sbigottito ti volgi: luce e aria
null’altro ti circonda, solo sei:
ma da un albero cade lieve un fiore,
il primo fiore della primavera
che di nascosto il vento
gitta ai tuoi piedi, muto ambasciatore
della nuova stagione.
A quella vista senti
che l’erba cresce e la neve si scioglie,
da ogni cicatrice spunta un’ala
col fremito d’un fiore sullo stelo.
Scompare ogni tua doglia, anche il tuo cuor si spetra
e nel futuro hai fede e nel passato
Nicola Moscardelli (1894-1943), da: Canto della vita