venerdì 26 agosto 2022

"La casa vivente”

“Abitare uno spazio, …significa potervi investire desideri, sogni o ricordi, per farne un luogo identificabile e nel quale riconoscersi”

di Diego Nosella

«Ogni dimora è un candelabro dove ardono in appartata fiamma le vite». Jorge Luis Borges.

Tutto ciò che riguarda l’abitare e il come arredare gli ambienti di casa mi incuriosisce e mi affascina da sempre. La casa è il luogo per eccellenza dove l’uomo esprime la propria personalità e il proprio carattere. L’ambiente in cui abitiamo e come personalizziamo la nostra casa rispecchiano in parte chi siamo e come viviamo

La casa vivente” di Andrea Staid è un libro che va alla ricerca del senso più profondo dell’abitare. L’autore ci accompagna lungo le Ande peruviane, passando per le montagne indiane, il Vietnam e la Mongolia. Da questi luoghi possiamo riscoprire le radici dell’architettura più tradizionale. I popoli indigeni ci insegnano come abitare in modo più spontaneo, vivo e a stretto contatto con la natura.

Da dove nasce il libro

La casa vivente” è il risultato di una ricerca durata circa dieci anni. Andrea Staid (antropologo, docente universitario e scrittore) lungo questo periodo ha viaggiato ed è entrato in contatto con realtà e culture diverse, molto lontane dalla nostra. 

Originario di Milano, abitava in un appartamento al settimo piano di un tipico palazzo urbano. Durante il suo viaggio ha potuto stare prima in una palafitta in Laos, e poi in una yurta tradizionale della Mongolia. Proprio grazie a questa esperienza ha vissuto in prima persona i diversi stili dell’abitare

L’idea di scrivere questo libro nasce proprio dal desiderio di condividere questa esperienza personale, che lo ha portato a vivere in soluzioni abitative molto diverse da quelle a cui siamo abituati, più ricche di significato e più vicine alla natura e al territorio che le circonda.

La casa ecologica

Oggi il tema dell’ecologia è senza dubbio uno dei più importanti e delicati che ci troviamo ad affrontare. La società moderna ha da sempre considerato la natura come una fonte di risorse che aveva il diritto di sfruttare liberamente. Questo tipo di mentalità ci ha condotto a una serie di problematiche ambientali che ci obbligano a un cambiamento di rotta.

In diversi articoli del nostro Blog abbiamo trattato l’argomento dell’abitare sostenibile. Il libro in questione sviluppa una visione e una proposta ancora più ampia che riguarda un cambiamento di mentalità sociale e culturale. Abbiamo l’obbligo di rivedere i nostri consumi, i nostri comportamenti e la nostra idea di abitare. 

La casa ecologica, non è soltanto un’abitazione costruita in maniera più efficiente. A livello pratico non si tratta, quindi, solo di valutare che la coibentazione sia migliore o gli infissi realizzati meglio, o che l’energia consumata sia da fonti rinnovabili. Se vogliamo davvero vivere in modo sostenibile dobbiamo cambiare i nostri consumi e maturare una nuova idea di comfort abitativo

Ad esempio, un principio da seguire con maggiore fermezza nella costruzione delle nostre case è quello di sfruttare meglio lo spazio esterno. Spesso nelle costruzioni ci concentriamo troppo o soltanto sugli spazi interni. Il trucco, invece, sta nel limitare gli spazi interni e “far esplodere” quelli esterni. Il verde dovrebbe “veramente colonizzare le nostre città”.

Una nuova visione dell’abitare

Forse la parte più interessante e proattiva del libro sta proprio nella proposta concreta che viene suggerita dall’autore. Questo viaggio ha permesso a Andrea Staid di conoscere modi diversi di abitare e di attingere da queste culture spunti e soluzioni creative

Dobbiamo riscoprire le radici più lontane del costruire le case, “riconsiderare i materiali di costruzione, conoscere meglio i luoghi che abitiamo, rallentare i nostri ritmi di vita.” Altro aspetto da considerare è il territorio che ci circonda, non va considerato come una nostra proprietà, ma un bene comune da salvaguardare. Come sostiene Henry David Thoreau “A cosa serve una casa se non hai un pianeta decente in cui metterla?

Moltissimi sono gli spunti che vengono offerti dall’autore: materiali a km zero, tecniche di costruzione antiche e poco impattanti, autocostruzione assistita, ed altri ancora. Quello che conta è seguire un orientamento abitativo che tiene conto delle persone e del territorio, più sano e più etico

Da questo viaggio Staid rientra a casa con una consapevolezza rinnovata, e trova lo stimolo per cambiare abitazione. Nel libro ci racconta il suo trasloco da un appartamento di Milano a una casetta in mezzo ai boschi liguri. 

L’autore sceglie di abitare a stretto contatto con la natura, in un’abitazione quasi autonoma dal punto di vista energetico. Qui i ritmi e gli spazi seguono quelli della natura e gli interni si espandono all’esterno. L’ambiente più importante della casa è l’orto, dove si trascorre gran parte del tempo e dove si attinge parte dei prodotti utilizzati in casa.

“La casa vivente” è un mix di elementi antropologici ed esperienza personale. Da questo viaggio l’autore ci invita a ripensare e rinnovare il nostro modo di immaginare lo spazio in cui viviamo. Ci viene offerta una grande possibilità che è quella di inventarci un nuovo modo di abitare, sfruttando al meglio la natura che ci circonda.

Testo realizzato in collaborazione con Anna Bonvicini