Al tema ambientale mi sento particolarmente vicino. La mia passione più grande è, infatti, strettamente collegata al mare. Come istruttore di sub, nutro per esso un senso di rispetto e protezione. Questo articolo prende spunto, già nell’omonimo titolo, dal libro edito da Altra Economia.
Le autrici Elisa Nicoli e Chiara Spadaro, raccolgono in queste pagine tutta l’essenza di un mondo, che è quello della plastica. A partire dalla sua storia, da quando è nata, come è cresciuta, fino ad arrivare ai giorni d’oggi e di quanto oggi caratterizzi profondamente le nostre abitudini.
Ma è davvero possibile dire addio alla plastica? Ecco di seguito riflessioni, proposte e spunti che ci possono aiutare ad affrontare questo tema.
Un intero capitolo del libro è poi dedicato ai “numeri della plastica”, che ci aiutano a riflettere ed entrare nel concreto.
E aggiungo che, in base ai dati pubblicati da I.s.p.r.a. su uno studio sull’Ambiente nel Mar Mediterraneo ad oggi hanno ingerito plastica:
Dati Ispra Ambiente – comunicato stampa del 18 dicembre 2018
Il comunicato stampa dell’Ispra sull’Ambiente parla forte e chiaro. E’ il momento di cambiare tendenza, di smettere di produrre e di consumare plastica.
La parte centrale del libro prende in esame proprio tutte le possibili strade che ci troviamo ora a poter percorrere per cambiare il processo. Le soluzioni che il nostro futuro ci offre sono:
La prima che conosciamo tutti è quella del riciclo. Basta considerare un dato per capire immediatamente che questa non è una soluzione e non risolve il problema: da quando esiste la plastica solo il 10% è stato riciclato! Il riciclo presenta tutta una serie di forti limitazioni. Due tra tutte centrano il problema:
La seconda soluzione entra nel tema delle bioplastiche ancora molto fumoso e poco definito. Persino le Associazioni di categoria non sono ancora d’accordo nella definizione stessa del termine “bioplastiche”. Il libro cerca di fare chiarezza in questi punti.
Direi che questi punti riassumono chiaramente gli aspetti complicati e contrastanti dell’argomento “bioplastiche”. Di conseguenza l’adozione di tale soluzione non presenta al momento una soluzione al problema.
Ultima alternativa che viene messa in luce è quella che deriva dall’insieme di norme e strategie che devono partire da imprese e istituzioni. La Commissione Europea ancora nel 2018 diffonde un comunicato che afferma:
Ed è a questa necessità che si collega il concetto di Economia circolare. Di cosa si tratta? Per poter dare una definizione di economia circolare riporto le parole di Ellen MacArthur, velista britannica fondatrice dell’omonima organizzazione che si dedica alla battaglia per la salvaguardia dell’ambiente. Ellen definisce Economia circolare «un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». Nell’economia circolare l’obiettivo ultimo è che ogni rifiuto possa trasformarsi in risorsa per qualcos’altro. Questo processo di cambiamento è sicuramente lungo e complicato. Nell’economia circolare grande importanza rivestono le aziende e le istituzioni nella definizione di norme e strategie da seguire. Ma anche noi consumatori ricopriamo un ruolo fondamentale in questa evoluzione a partire dalle nostre abitudini quotidiane.
La risposta a questa domanda viene fornita dal libro in modo concreto nell’ultima parte, con un vero e proprio manuale d’uso su cosa fare nella vita di tutti i giorni per eliminare la plastica. Vengono elencate in modo preciso, ma semplice le istruzioni da seguire in ogni aspetto della quotidianità di ciascuno di noi. A partire dalla cucina, per passare ai prodotti per la cura della casa o della persona, fino ad arrivare al guardaroba, alla vita fuori casa, a quella in ufficio o in vacanza. Non manca proprio nulla. In più vengono descritti vari punti di vista, fornendo al lettore l’approccio delle diverse figure di consumatore: quello del single, o quello della madre di famiglia, oppure quello del professionista. Ogni passaggio di questa parte del libro fornisce una descrizione chiara di cosa fare, come farlo e dove trovare soluzioni alternative alla plastica. Vengono forniti link, nomi di Aziende, consigli e ricette.
Ora non manca altro che iniziare. Si sa che l’inizio di ogni progetto è la parte più complicata, dove inglobiamo la maggior parte delle nostre energie. Ma se solo riprendiamo in mano i numeri della plastica ci rendiamo conto che l’unica soluzione è quella di diffondere una “cultura senza plastica”. A mutare deve essere proprio il nostro modo di pensare, il nostro approccio all’acquisto, la nostra abitudine all’osservare quanto la plastica sia presente nel nostro quotidiano. Il consiglio che mi sento di dare, che vale per qualsiasi progetto nuovo, è quello di fare un passo alla volta. Non serve cambiare tutte le nostre abitudini in un momento, ma è importante iniziarne una e concentrarci su una per volta. Uno spunto potrebbe essere quello di iniziare a eliminare la plastica usa e getta: come bicchieri, piatti, tazze, posate e cannucce in plastica. Quindi se decidete di organizzare una festa tra amici proponete di farla in chiave Green.
Per coloro che hanno piacere di approfondire l’argomento riporto in coda all’articolo alcuni link che trovo interessanti per entrare concretamente nel tema e che possono fornire informazioni e contenuti utili a prendere maggiore consapevolezza del cambiamento a cui siamo chiamati tutti a partecipare.