venerdì 12 agosto 2022

"Il palazzo delle donne"

“Qui sarai benvenuta. Qui sarai protetta. Qui troverai molto di più di quello che cercavi”

di Chiara Gobbato

«Dobbiamo avere fiducia nel nostro lavoro e nei nostri metodi, credere che qualcosa succederà, perché accada davvero». William Booth.

Un libro che si legge tutto d’un fiato, emozionante, coinvolgente e sincero. I capitoli vedono l’alternanza di due storie: una realmente accaduta, che ha come protagonista la fondatrice del “Palais de la femme” di Parigi, Blanche Peyron, e una romanzata di Solène, una quarantenne dei giorni d’oggi, avvocato in carriera, che ha investito tutto nel lavoro e finisce per cadere in depressione.

Il racconto trova la sua massima espressione, però, in un edificio: “il palazzo delle donne”, voluto ardentemente da Blanche Peyron. Vissuta oltre un secolo fa, Blanche è un’eroina che ha dedicato tutta la sua vita a battagliare contro la povertà, la fame, le ingiustizie e l’umiliazione. 

Per Blanche è intollerabile che nella sua città ci siano così tante donne a cui viene negato ogni aiuto, costrette ogni giorno a mendicare, private del cibo, della possibilità di far sopravvivere i propri figli, costrette a dormire per strada. Da qui nasce l’idea di comprare un ex albergo con 743 stanze distribuite su cinque piani per offrire un riparo a tutte le donne bisognose in cerca di rifugio.

Un pezzo di storia realmente accaduto

Un pomeriggio, Laetitia Colombani, autrice del libro, si imbatte per caso, in una bellissima costruzione situata a 94 rue de Charonne, nell’11° arrondissement di Parigi. Viene catturata dall’imponenza dell’edificio e dalla scritta riportata sulla facciata “Palais de la femme” ,“Palazzo delle donne”. Subito senti’ la necessità di scoprire qualcosa di più. 

L’idea del libro nasce da qui, da questa storia realmente accaduta e da questo palazzo storico esistente ancor oggi. Il libro racconta la figura carismatica di una donna vissuta nel secolo passato, che ha lottato per lasciare in eredità un rifugio per tutte le donne bisognose. Blanche Peyron si distingue fin da bambina per la sua irruenza e determinazione. Da giovanissima si arruola nell’Esercito della Salvezza e dedica ogni giorno della sua esistenza alla lotta contro la povertà e l’emarginazione. 

Il suo sogno più grande si realizza quando nel 1925, assieme al marito Albin Peyron, riesce ad acquistare e ristrutturare un grande albergo dismesso, in seguito ad un’eccezionale raccolta fondi. Questo luogo diventerà un rifugio per tutte le donne bisognose, per quelle in fuga dalla guerra, dalla povertà e dal dolore. Laetitia Colombani con questo romanzo rende omaggio a una autentica eroina. La sua storia diventa un inno alla solidarietà e alla giustizia, un esempio per tutti di come, con coraggio e intraprendenza, sia possibile costruire qualcosa di unico, in grado di cambiare un po’ il mondo.

La parte romanzata dei giorni d’oggi

Se da un lato abbiamo il racconto della storia vera di Blanche Peyron, dall’altro troviamo la storia dell’altra protagonista, Solène, l’avvocatessa. Una quarantenne dei giorni d’oggi, che, per farsi valere in ambito professionale, mette al primo posto la carriera, a discapito di tutto il resto. 

In seguito ad un evento tragico inatteso, cade in depressione. A salvarla sarà un’attività di volontariato all’interno del “Palazzo delle donne”. Qui scoprirà un nuovo senso della vita e nuovi stimoli per ripartire.

Nel Palazzo entrerà in contatto con diverse figure femminili, tutte con alle spalle storie dolorose di povertà ed emarginazione. Ma allo stesso tempo scoprirà di avere davanti donne coraggiose, capaci di restare sempre a testa alta anche dopo vissuti drammatici e precari. Queste figure le saranno da stimolo e da esempio per rinascere e riprendere in mano la sua vita.

Un palazzo, un rifugio per la vita

Al centro di questo libro troviamo un edificio, un palazzo che possiamo visitare tutt’oggi, esiste a Parigi da quasi cento anni, e al suo interno si dice riposino le spoglie di Cyrano de Bergerac. L’edificio viene descritto nei minimi particolari, si tratta di un ambiente imponente, unico, accogliente e luminoso. 

In effetti si tratta di un rifugio, una casa di accoglienza per le donne che vivono in situazioni disperate, che non hanno un tetto sopra la testa. Ma la sua fondatrice non ha voluto affidare a questo ambiente un nome umile o troppo remissivo. Lo ha battezzato come Palazzo, perché l’ambiente è molto grande e ricco di aree comuni. Troviamo la palestra, la biblioteca, la sala da the, un’enorme sala da ricevimento, un terrazzo all’ultimo piano, ed altro ancora

Non manca proprio nulla perché questo luogo deve servire a riscattare delle anime perse. Qui chi viene ospitato deve trovare la forza per rinascere, la volontà per ripartire. Ancor oggi il Palazzo delle donne è un luogo di accoglienza e di rinascita per diverse donne disagiate.

Questo luogo rappresenta per molte donne la casa ritrovata o quella mai avuta, l’ambiente domestico dove poter trovare ristoro e affetto. La casa è tutto questo e spesso lo diamo per scontato. Non ci rendiamo conto che ci sono ancora tante persone private di questo diritto, il diritto all’abitazione.  Un libro che parla di casa, che entra nel cuore e che fa riflettere su come ognuno di noi può in fondo, anche nel proprio piccolo, fare la differenza.

La scorsa settimana è uscito il nostro articolo sul libro “Il tempo di tornare a casa”. Entra nel link se hai perso la pubblicazione.

Testo realizzato in collaborazione con Anna Bonvicini