venerdì 4 agosto 2023

“Zero rifiuti”

Un manuale che insegna in modo semplice e senza stress come ridurre i rifiuti e gli sprechi di casa, eliminando i materiali non riciclabili

di Claudio Vezzil
“Zero rifiuti”

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (Antoine-Laurent de Lavoisier, chimico e fisico).

“Zero rifiuti” è il titolo di questa guida pratica che mi ha incuriosito dai banconi della libreria. Al tema ecologico mi sento particolarmente vicino. La mia passione più grande è legata alla natura, soprattutto al mare. Per questo tutte le tematiche che mirano a salvaguardare il bene più grande che ci circonda, mi attraggono e mi coinvolgono direttamente.

“Zero rifiuti” è un testo semplice, senza grosse pretese, ma immediato e diretto. Offre suggerimenti e spunti facili da provare e sperimentare. 

“Zero rifiuti” si propone come guida, ma ha uno stile un po’ romanzato, perché racconta in modo molto personale come l’autrice sia arrivata ad innamorarsi di questa filosofia. 

“Zero rifiuti” parte, infatti, da un progetto che va compreso prima di essere intrapreso. Con questo articolo mi piacerebbe anche solo stuzzicare la curiosità, offrire spunti di riflessione e strumenti concreti per dar vita a nuove abitudini.

L’autrice

Florence Lèa Siry è il nome dell’autrice del libro. Canadese, classe 1984, cresciuta da una mamma ambientalista militante, oggi riconosciuta, a livello internazionale, come una figura importante nella sensibilizzazione verso uno stile di vita a rifiuti zero. 

Il suo tratto distintivo è l’aspetto che più mi affascina. Per Florence la chiave di svolta nel progetto “zero rifiuti” non sta nel radicalismo intransigente, ma nell’equilibrio creativo. Una visione innovativa, che mira a un cambiamento lento, ma costante. La sua teoria si basa sul principio che il cambiamento spaventa, quindi va proposto in modo graduale, senza stress.  Per spiegare meglio questo concetto riporto un piccolo tratto del libro:

“Zero rifiuti, senza ansia! … non dimenticate che l’importante non è essere perfetti, ma assumere abitudini che vi rappresentino.

Si usa dire che esistono tanti modi di crescere un figlio quanti sono i genitori, io direi che esistono tanti modi di familiarizzare con il concetto “zero rifiuti” quanti sono i consumatori. L’importante è cominciare, rispettando i propri limiti e tenendo conto della propria realtà quotidiana.”

“Zero rifiuti”

La guida che vi propongo si sviluppa in tre parti.

  1. La prima ha lo scopo di spiegare 3 concetti fondamentali: la filosofia zero rifiuti, come prepararsi al cambiamento, da dove iniziare e come regalare una seconda vita agli oggetti. 
  2. La parte centrale va ad analizzare 4 aree della vita, dove poter intervenire con piccoli cambiamenti: la spesa, in cucina, la moda, le feste
  3. Infine, l’ultima parte del libro propone una sorta di diario dove appuntare idee e propositi personali su come iniziare il proprio personale percorso di vita sostenibile. Cosa fare in modo concreto, come farlo, quando, cosa eliminare e cosa sostituire. 

Florence Lèa Siry ci spiega anche come questo manuale deve essere letto, sempre in modo del tutto personalizzato.

“Spero che questo libro vi serva da guida pratica per adottare man mano un nuovo stile di vita. Potrete leggerlo dall’inizio alla fine, ma è pensato principalmente perché possiate consultare un capitolo alla volta, a seconda di quello che cercate in quel momento e anche via via che modificate le vostre abitudini.”

La filosofia 

Passaggio obbligatorio per iniziare un nuovo percorso è quello di comprendere nel profondo il significato e la motivazione del cambiamento. Per questo, nel processo verso uno stile di vita sostenibile, è indispensabile comprendere il più possibile la filosofia “Zero rifiuti”. Attiva già negli anni Settanta, nasce ufficialmente con la prima vera associazione, la Zero Waste International Alliances, negli anni Ottanta. La filosofia “Zero rifiuti” ha origine da una pura sfida politica; oggi, invece, questa lotta ai rifiuti non ha più a che fare con la classe sociale o con la posizione politica, ma è semplicemente una questione di sensibilità

Chi più, chi meno sente la necessità di ridurre la quantità di rifiuti prodotti dalla nostra civiltà, legata ad un consumismo senza limiti. Al di là di quale sia il vostro livello di sensibilità a riguardo, è importante conoscere i pilastri sui quali si fonda la filosofia “Zero rifiuti”. Questi sono ben riassunti nella piramide delle 5R, che prende spunto dalle regole inventate da Charles H. Kepner. Trovo interessante condividere con voi questi principi in quanto ritengo illuminante il significato della piramide e l’ordine dei pilastri. Nella filosofia “Zero rifiuti” non troviamo all’inizio il concetto di riciclare o riutilizzare o reinventare, troviamo come primi pilastri il rifiutare prima e il ridurre poi.

Il primo passo che dobbiamo compiere è quello di RIFIUTARE ciò di cui non abbiamo bisogno. Non ci rendiamo conto ma ci vengono continuamente offerti “materiali di scarto”: dai negozi, al lavoro, al ristorante, in vacanza, ecc. Quello che dobbiamo imparare a fare è dire: “No, grazie”.

Conclusioni

Ad alcuni potrebbe sembrare un progetto utopistico, per altri troppo difficile da realizzare, ma ciò che conta è che ognuno di noi ha un piccolo ruolo in questo disegno green. Ora possiamo scegliere quale strada percorrere, se procedere in questo flusso di consumismo e accumulo incontrollato, oppure se cambiare rotta verso un vivere più leggero ed essenziale

“Zero rifiuti” ci offre una guida pratica con tanto di immagini, figure, schemi e grafiche avvincenti che può permetterci di cambiare qualche piccola abitudine. Io la immagino proprio come una sfida, una sfida personale dove ognuno di noi può misurare la propria capacità creativa e di cambiamento. 

Questo manuale è non solo pratico e facile, ma anche informale e spiritoso, ricco di idee e spunti. E’ giunto il momento di passare dalle parole ai fatti con piccoli gesti da mettere in atto da subito. Ognuno di noi può contribuire a fare la differenza.

Puoi approfondire il tema delle scelte sostenibili, leggendo anche l’articolo “Plastica addio” che trae spunto sempre da un libro.